Scoppia la polemica al Festival di Sanremo 2025: i ristoratori si oppongono alle “convenzioni low cost” con le case discografiche.
A meno di un mese dall’attesissimo debutto della 75esima edizione del Festival di Sanremo, scoppia una polemica con i ristoratori locali. La causa? Le convenzioni a basso costo richieste dalle case discografiche.
I ristoratori, riuniti sotto l’egida di Confcommercio Sanremo, hanno fatto sentire la propria voce chiedendo di rivedere le modalità con cui vengono stipulate queste convenzioni.
Sanremo 2025: l’attacco dei consumatori sui pasti a 20 euro
La polemica, come riportato da IlFattoquotidiano, è nata proprio dal fatto che alcune case discografiche avrebbero avanzato richieste di convenzioni con prezzi a partire da 15 o 20 euro per un pasto completo compreso di: primo, secondo e contorno.
Una cifra che, secondo i ristoratori, risulta insostenibile per chi vuole garantire un’offerta di qualità durante un evento di portata internazionale. “Non pensate di mangiare con convenzioni da mensa aziendale“, è stato l’avvertimento lanciato ai rappresentanti delle etichette musicali.
L’obiettivo, come spiegato dal presidente di Confcommercio Sanremo, Andrea Di Baldassare, non è quello di eliminare del tutto le convenzioni, ma di raggiungere un compromesso equo. “Non vogliamo rischiare che la qualità scenda e con essa anche l’immagine di Sanremo“, aggiunge.
L’incontro alla sede di Confcommercio
Durante un incontro presso la sede di Confcommercio, aggiunge IlFattoquotidiano, i ristoratori hanno ribadito la necessità di evitare il rischio di abbassare gli standard qualitativi.
Questi potrebbe, infatti, avere ripercussioni negative non solo sull’immagine della città, ma anche sull’intero comparto turistico.
“I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di offrire un’esperienza di livello agli ospiti presenti in occasione del Festival – ha dichiarato il presidente Di Baldassare – affinché la città possa continuare a essere un punto di riferimento per il turismo e la ristorazione“.
Mentre si attende una risposta da parte delle case discografiche, la speranza dei ristoratori è che si riesca a trovare un accordo che soddisfi tutte le parti coinvolte.